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21/06/12

Incontri con il Risorto, L'alba del giorno nuovo





Da l'ultimo Incontro della "Scuola della Parola" di martedì 19 giugno


Voglio condividere con voi l'ultimo degli incontri della Scuola della Parola.

Questa è la parola che abbiamo meditato e dalla quale molti spunti di riflessione sono scaturiti nell'animo di ciascuno di coloro che l'hanno ascoltata e meditata.


Dal Vangelo secondo Giovanni (20, 1-18)

20

[1] Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro.

[2] Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: "Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!".

[3] Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro.

[4] Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro.

[5] Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò.

[6] Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra,

[7] e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte.

[8] Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.

[9] Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti.

[10] I discepoli intanto se ne tornarono di nuovo a casa.

[11] Maria invece stava all'esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro

[12] e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù.

[13] Ed essi le dissero: "Donna, perché piangi?". Rispose loro: "Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto".

[14] Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù.

[15] Le disse Gesù: "Donna, perché piangi? Chi cerchi?". Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: "Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo".

[16] Gesù le disse: "Maria!". Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: "Rabbunì!", che significa: Maestro!

[17] Gesù le disse: "Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma và dai miei fratelli e dì loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro".

[18] Maria di Màgdala andò subito ad annunziare ai discepoli: "Ho visto il Signore" e anche ciò che le aveva detto.


Quello che mi ha colpito in questo brano di vangelo è come davvero l'incontro con Gesù sconvolge, stravolge e rompe gli schemi che ciascuno di noi ha.

Come irrompe in modo così estremamente sempre attuale nel nostro torpore smuovendo le nostre coscienze, rinvigorendo il nostro spirito trasformandoci completamente.

Maria di Magdala. Una donna che potrebbe rappresentare tutti quelli che come lei amano con passione, intensamente e lo dimostrano attraverso il loro agire. E' colei che non aspetta il pieno giorno (anche se probabilmente l'autore del brano di vangelo si riferisce al buio che precede l'incontro con Gesù) per andare a trovare il suo amato. Non appena si accorge che non è più in quel sepolcro si allarma, piange, e cade nella tristezza profonda che prova ogni persona di fronte alla perdita di ciò che ama di più.

Maria amava il Signore profondamente e non si da pace per quel sepolcro vuoto.

Ecco come in Maria riconosciamo quello che è l'amore umano nella sua più bella e profonda concezione. L'amore comunemente inteso... che tuttavia è riposto ancora in un corpo, in un luogo, in uno schema.

Arriva allora Gesù che con pazienza, amore e misericordia riconosce il nostro volto ricoperto di lacrime in cerca del Suo volto, in cerca del Suo corpo. Gesù che come abbiamo letto anche in altri passi del Vangelo ha sofferto la perdita del suo amico Lazzaro, ha pianto, ha provato paura come uomo. Gesù che si è immerso nel peccato per portarci fuori da esso, per spezzare le catene nell'unico modo possibile... venendoci a prendere per mano e facendoci salire al Padre per mezzo di Lui.

Gesù chiede alla donna il perchè del suo pianto. Non che non lo sapesse, non che fosse per Lui un mistero. E qui mi commuove questo Dio che si mette al nostro fianco e non al di sopra. E qui si rompe già un primo schema. Gesù chiede a Maria perchè piange perchè vuole ricordarle ciò che Lui ha detto mentre era ancora con loro.

Ma Maria ancora non lo riconosce, quello che vedono gli occhi non riesce ancora a farsi strada nel suo cuore. Ed ecco come Gesù allora la chiama per nome!

"Maria". Ed ecco il sussulto dell'anima, il cuore si apre, la mente si illumina e in quel momento Maria capisce. RINASCE.

Gesù adesso può farle capire e vedere l'amore secondo Dio. Un amore che slega dal possesso, un amore che toglie le catene e che libera per essere condiviso.

Gesù è molto pratico. Manda Maria ad annunciare l'incontro e a non tenere per se quello ha sperimentato. Mi ha colpito molto quel "non trattenermi". Gesù non si può trattenere. Il rapporto che abbiamo con Lui non si può annichilire ma deve portar frutto attraverso gli altri.

C'è necessità di comunione in questo amore. Gesù ci prende per mano ciascuno di noi... ma ci prende tutti contemporaneamente ed esclusivamente per sperimentare quello che è l'amore Cristiano universale.

Molto lontano da quello comunemente inteso come amore. Un amore dinamico che genera vita, speranza e che non è "ad uso e consumo eclusivo".

Spaventa ed entusiasma la potenza di quest'amore. Talmente innovativo da sembrare utopico. Ma è molto più reale di ciò che si pensa. Quello è il modello di amore che dobbiamo seguire. Quello è il modello di amore che ogni rapporto deve perseguire. Dai nostri amici, ai nostri genitori, ai nostri mariti e alle nostre mogli.

Non fermiamoci all'amore fatto di sentimenti ed emozioni, chiediamo al Signore di entrare dentro al nostro cuore per essere amanti VIVI e non morti. Ciò che è vivo si muove e interagisce con il mondo. Gesù è il nostro modello di amante VIVO.

Accogliere il Risorto trasforma dall'interno e lascia agire il nostro amato attraverso di noi e con noi.

Per una "emotiva" come me è davvero qualcosa su cui meditare.

Ringrazio il Signore per questa meravigliosa esperienza della Scuola della Parola. Spero che trasformi il mio innamoramento folle e incondizionato verso di Lui nell'amore che ci ha insegnato. Lo spero con tutto il cuore.